"Se fai amicizia con te stesso non sarai mai solo"

08 settembre 2013

Léonie D'Aunet


"Oltre Capo Nord. Viaggio di una donna allo Spitzberg"



Ultimamente mi sono appassionata al nord Europa, soprattutto sono attratta dalla penisola Scandinava e quindi cerco di leggere libri che comunque ne descrivano il paesaggio.
Mentre ero in biblioteca, nella sezione viaggi, a scorrere velocemente le costole dei libri per cercare le guide per il mio tour, mi fermo su un libro "Oltre Capo Nord. Viaggio di una donna allo Spitzberg" di Léonie D'Aunet.
Senza neanche pensarci ho iniziato leggerlo.
E' una storia vera di questa donna che nel 1839, a soli 19 anni, prende parte alla spedizione della Commissione Scientifica in Scandinavia e nello Spitzberg (attuale isole Svalbard) in pieno Mar Glaciale Artico.
E' stata la prima donna a recarsi oltre il Circolo Polare Artico.
Mi hanno colpito la descrizione dei luoghi e dei popoli filtrati da una sensibilità e da una prospettiva prettamente femminile. Ma che non lascia indietro la determinazione, la forza e la grinta essenziali per la lotta contro una natura impervia. Visti anche i tempi che erano, senza strade e senza mezzi di comunicazione.


«Che follia! Tornerete imbruttita». Ma cosa può importare la bruttezza a una fresca fanciulla francese di diciannove anni, già maritata con il pittore di corte François-Auguste Biard , il cui sogno è fare il giro del mondo?
È il 1839: Léonie Thévenot d’'Aunet, parigina, bella, giovane, spiritosa e realizzata, istruita in convento, che conosce la musica, l'’arte, la letteratura e parla correntemente l'’inglese, vive da un anno in Place Vendome 8, nell'’atelier del pittore Biard. Brutto, mediocre, quarantenne e tuttavia protetto dal re Luigi Filippo d’Orléans, Biard deve la sua fama a Léonie.
In quella primavera del 1839, Léonie è decisa. Nel salotto di casa incontra Paul Gaimard, botanico, scienziato, capo della Commissione Scientifica del Nord: sta organizzando una spedizione alle isole Svalbard, quasi al Polo Nord e cerca un pittore che documenti l'’evento. Léonie è disposta a tutto per unirsi all'’impresa e propone a Gaimard un elegante ricatto: convincerà il marito Biard ad esserne il pittore ufficiale se lei verrà accolta a bordo. Alle donne non è permesso salire sulle navi di Stato, ma a Léonie riesce tutto: nel giugno del 1839 la coppia Biard si imbarca a Le Havre diretta in Olanda. È l'’inizio del viaggio descritto nelle nove, lunghissime lettere che Léonie scrive al fratello. Viaggio di una donna allo Spitzberg, pubblicate per la prima volta in estratto nel numero di agosto del 1852 della Revue de Paris, che ospita tra gli altri testi di Gautier, Lamartine, Baudelaire, Balzac e George Sand. Le lettere, pretesto letterario indirizzato al fratello Léon de Boynest all’'epoca dodicenne, vengono raccolte in volume nel 1854.

Tornata dal viaggio a Parigi Léonie, assidua frequentatrice dei salotti aristocratici, balzerà alla cronaca nel 1854 quando viene scoperta in fragrante adulterio con Victor Hugo. A quei tempi l'adulterio veniva punito con la prigione, ma la pena verrà fatta commutare da Biard, convinto dalla duchessa D'Orleans amica di entrambi,  in due anni di soggiorno forzato in un convento.
Una donna sola, separata con alle spalle una condanna, riesce comunque a reinserirsi nella società parigina, grazie anche alle conoscenze di Hugo e inizia a collaborare ad alcune riviste. Tra queste la prestigiosa Revue de Paris, fondata da Maxime Du Camp, dove nel 1852 verrà pubblicato un estratto del Voyage.


«Avevo trentanove anni quando vidi quella donna./ Dal suo sguardo pieno d'’ombra usciva una fiamma,/ e l'’amai»: così Hugo ricorderà Léonie, molti anni dopo averla amata, molti anni dopo averla conosciuta nei salotti parigini e averle dedicato una copia del Rhin, su cui scrisse «A madame Léonie: on voit en vous, pur rayon, la grace a la force unie...».

Nessun commento:

Posta un commento